Sanità, Moratti: “Il Governo condivide”, le opposizioni: “I rilievi sono sostanziali”

La sede di Regione Lombardia

MILANO – “La riforma è stata approvata ed entrerà quindi in vigore nella sua pienezza normativa. L’istruttoria del Governo è stata minuziosa, con ben quattro Ministeri impegnati ad analizzare il provvedimento in maniera accurata e approfondita. Per questo, il via libera ottenuto acquista ancora più valore ed è per noi motivo di gratificazione tecnica, politica e istituzionale. La nostra più grande soddisfazione è che l’impianto è stato totalmente condiviso, alcune osservazioni formulate riguardo imperfezioni formali o burocratiche non incidono sulla normale entrata in vigore della legge, che non dovrà tornare in Aula”. A dirlo, durante la seduta del Consiglio regionale è stata Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare in merito alla legge di potenziamento del sistema sanitario.

“Il Governo – ha spiegato la vicepresidente – ha condiviso il nostro impianto, ritenendolo coerente con i propri indirizzi generali, con l’interesse nazionale, e con i cardini fissati in materia di salute dalla nostra Costituzione. Nella scorsa legislatura, la precedente legge regionale era stata approvata dal Governo a condizione che tornasse in Aula e che nel corso del riesame in Consiglio s’inserissero alcune clausole, in quanto ‘sperimentale’. Questa legge, invece, non è inficiata da nessun vincolo e non ha carattere di provvisorietà quinquennale, ma di definitività”.

I punti fondamentali della riforma

La libertà di scelta nella diagnosi, nella cura, nell’assistenza, nella presa in carico e nella riabilitazione e il principio ‘One health’, approccio finalizzato ad assicurare globalmente la promozione della salute tenendo della stretta relazione tra salute umana, salute degli animali e salute dell’ambiente. Oltre che la separazione delle funzioni di programmazione, acquisto e controllo da quelle di erogazione; l’adozione di strumenti e azioni volte a garantire la sostenibilità ambientale.

Il principio di equivalenza e integrazione tra pubblico e privato. Nell’assetto organizzativo delineato dalla riforma che prevede le ATS e le ASST, viene introdotto il comitato di coordinamento dei Direttori generali affinché sia assicurata l’omogeneità dei servizi su tutto il territorio regionale. Con questa riforma tutte le strutture sanitarie dovranno rispondere ai bisogni di salute dei cittadini e non a logiche di budget.

Approvato definitivamente anche il sistema delle case di comunità, degli ospedali di comunità, delle centrali operative territoriali e dei Distretti afferenti al polo territoriale delle ASST oltre ai poliambulatori territoriali dei Medici di Medicina Generale.

Viene inoltre introdotta l’Agenzia per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive quale unico modello a supporto del sistema sanitario e a disposizione di tutto il Paese. La Lombardia è la prima regione a sviluppare tale esperienza.

Le opposizioni: “I rilievi sono sostanziali”

“Se il Ministero non ha impugnato la legge sanitaria della Regione Lombardia è perché quest’ultima si è impegnata ad apportare tutte le modifiche richieste”. Lo rileva la consigliera regionale mantovana del Partito Democratico Antonella Forattini, commentando l’intervento, oggi in Aula, della vicepresidente Moratti, chiamata dalle opposizioni di centrosinistra a riferire sui rilievi avanzati dal Governo alla legge di riforma della sanità lombarda.

“Andando a fondo nei documenti inviati dal Governo (che soltanto oggi e dopo molta insistenza ci sono stati consegnati) – prosegue la Forattini –  appare chiaro le correzioni che andranno apportate non sono semplici dettagli burocratici come Fontana e Moratti hanno tentato goffamente di farci credere. Anzi, ciò che accomuna molti punti è il fatto che la Lombardia ha eccessivamente “personalizzato” la materia, discostandosi inaccettabilmente dalle linee nazionali – se non ignorandole del tutto – e mettendo, così, a rischio l’arrivo dei fondi del Pnrr. Grave che tutto questo venga fatto passare come banali passaggi formali e si impedisca una seria discussione, pretendendo che il Consiglio Regionale vada solo a vagliare quanto contrattato con il Governo, senza confronto e senza trasparenza”.

Sulla stessa linea anche Andrea Fiasconaro, Consigliere Regionale del Movimento Cinque Stelle, che commenta così i rilievi del governo alla legge regionale 22, relativa alla riforma del sistema sanitario regionale: “I rilievi del governo, alla riforma della sanità Moratti-Fontana, sono sostanziali. Le modifiche alle quali la Giunta ha dovuto sottostare, toccano alcuni dei cardini della legge regionale 22, non riguardano solo gli errori grammaticali come vorrebbe farci credere il centrodestra”.

La prima modifica riguarda le Case della comunità che, come da nostra pregiudiziale, non potranno essere gestite dalle cooperative di MMG. Questa modifica, recependo le indicazioni del PNRR, ne impedirà la sostanziale privatizzazione. Di notevole impatto anche la richiesta di centralizzazione degli accreditamenti pubblici e privati. Gli accreditamenti dei singoli istituti e le relative contrattualizzazioni non potranno essere gestiti dalle singole ATS, ma dovranno essere centralizzate e autorizzate da Regione Lombardia. Il terzo punto riguarda le nomine dei direttori che vengono ricondotte al rispetto della normativa nazionale e non alla scelta politica, richiamando la disciplina prevista dal d. lgs 502 del 992 per i direttori di distretto. Di notevole impatto, anche se confinato nell’ambito dei principi generali, il rilievo posto dal governo ai chiarimenti necessari riguardo la declinazione che Regione Lombardia intenda conferire al concetto di equiparazione fra pubblico privato.
Lette le carte capiamo il motivo per cui la maggioranza abbia impedito fino all’ultimo ai consiglieri d’opposizione di consultarle. Ora sappiamo che la legge regionale 22 dovrà tornare in aula per correggere alcune violazioni sostanziali alla normativa nazionale, al punto che stupisce la decisione del ministero di non impugnare la legge”. Conclude.

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