Il sindacato dei pensionati: “La Lombardia proceda celermente alla vaccinazione degli over 80”

Slitta l’invio settimanale di dosi AstraZeneca. Sputnik, Mosca:

“Non possiamo credere che la nostra Regione sia stata ridotta così. Dopo il flop
delle vaccinazioni antinfluenzali. Dopo le dimissioni a raffica di Cajazzo,
Gallera e Trivelli. Dopo l’arrivo di Bertolaso, Pavesi e Moratti con annunci di
miracoli irrealizzabili, anche negli ultimi giorni continua a regnare sovrano il
caos. Oltre al forte ritardo sulla campagna vaccinazione over80 è andato in tilt
anche lo stesso sistema di prenotazione delle vaccinazioni anticovid, messo in
piedi da Palazzo Lombardia.
Questa regione ha gestito la pandemia molto male fin dall’inizio. Se il virus
colpisce allo stesso modo in tutti paesi, come si spiegano i numeri di contagi e
di mortalità tra i più alti al mondo? Che fine ha fatto la tanto decantata
eccellenza lombarda?
Ci sono anziani che hanno ricevuto sms di convocazione nella notte e non
hanno avuto modo di organizzarsi. Altri che hanno dovuto coinvolgere figli e
nipoti per farsi accompagnare a più di 50 chilometri di distanza. Altri ancora
che si sono presentati tutti alla stessa ora con resse e assembramenti. E altri
in stato d’ansia, che stanno aspettando da 30 giorni l’appuntamento promesso
in 72 ore.
Le recenti situazioni di Cremona, Como e Brianza sono le classiche gocce che
fanno traboccare il vaso e anche le persone di buon senso lontane dalle zuffe
partitiche si sono rese conto della tanta confusione e inefficienza che oggi
regna sovrana in Lombardia. Tra il dire alla televisione e il fare sul campo c’è
di mezzo il mare, e si sta assistendo ad un errore dopo l’altro. Questa
campagna vaccinale era partita con l’obiettivo prioritario di fare tutto il possibile
per evitare che si ammalassero i più deboli, gli anziani a rischio che vanno ad
occupare letti in terapia intensiva negli ospedali. Quindi gli scienziati, non il
sindacato dei pensionati, hanno sentenziato che, per far calare la mortalità nel
paese, occorre vaccinare una quota maggioritaria di anziani e persone più a
rischio nel più breve tempo possibile.
E invece si è fatto tutt’altro, certo, non solo in Lombardia, in quasi tutto il paese
ci sono ritardi, ma viste le risorse di questa Regione la gente si aspettava di
più! Lo abbiamo denunciato da giorni ma non siamo stati ascoltati. Troviamo
eticamente incomprensibile e intollerabile che la gran parte di grandi anziani,
con un rischio di mortalità altissimo, non sia ancora stata vaccinata. In
compenso da molte parti, si è fatto a gara per vaccinare caste e lobbies di avvocati, magistrati, giornalisti, amministrativi dei palazzi e docenti universitari,
la gran parte dei quali non vede un solo studente da mesi. Nessuna
rimostranza di categoria, nessuno scontro generazionale né guerra fra poveri,
ma confessiamo il nostro disagio quando un giovane sanissimo di 30/40 anni
ha avuto accesso al vaccino in tempi rapidissimi, mentre chi è a rischio di
morire è ancora in attesa del sms di appuntamento.
Basta pressapochismo e fai da te: l’azzeramento dei vertici di ARIA non ci
tranquillizza. Non stiamo parlando di politica ma di vite umane, ogni giorno ci
sono tra i 300 e i 400 morti. E’ come se ogni giorno ci fosse un terremoto come
a L’Aquila! Serve un radicale cambio di passo. Il governo deve prendere in
mano la situazione nel paese, deve intervenire subito in Lombardia e in tutte
le altre regioni che si sono dimostrate incapaci di gestire questa pandemia,
senza aspettare richieste formali delle stesse regioni. Basta con i fai da te
regionali, intervenga subito il servizio sanitario che si chiama ancora nazionale”.

SPI CGIL FNP CISL UILP UIL

 

 

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