Oggi sono orgoglioso perché è la prima Giornata Nazionale del Made in Italy. La data non è casuale: il 15 aprile di oltre 500 anni fa nacque Leonardo da Vinci, simbolo indiscusso del genio e della creatività italiana.
Il 15 aprile 2024 è il giorno in cui si celebrano le eccellenze nostrane – dall’imprenditoria alla moda, dall’agroalimentare all’industria – ma anche quello in cui l’eco del saper fare italiano oltrepassa i confini nazionali per arrivare in Europa.
Oggi è il giorno in cui ribadiamo, ancora una volta, che l’Italia può giocare un ruolo cruciale nella corsa al raggiungimento degli obiettivi fissati dal Green Deal, lo strumento adottato dagli Stati membri per trasformare l’Europa in un’economia più sostenibile, più efficiente e competitiva.
Da sempre le nostre imprese sono abilissime nella ricerca e nell’implementazione di soluzioni sostenibili capaci di valorizzare un tessuto economico e culturale, fatto di tradizione e avanguardia, rispettando l’ambiente e promuovendo la circolarità delle risorse.
Ciò dimostra che l’Italia può contribuire in maniera determinante al grande traguardo della neutralità climatica entro il 2050.
Questo ruolo tutto italiano va riconosciuto e tutelato attraverso iniziative in grado di valorizzare il Made in Italy. La Giornata di oggi ne è un esempio. Un altro? Anziché installare parchi fotovoltaici in terreni agricoli, perché non piazzarli sui tetti degli edifici pubblici?
In questo modo si rafforzerebbe l’efficientamento energetico dell’amministrazione pubblica, riducendo costi e impatti ambientali, e allo stesso tempo si salvaguarderebbe il preziosissimo valore di territori che da generazioni alimentano settori d’eccellenza internazionale. Investire sui prodotti Made in Italy significa sostenere l’Italia e in prospettiva anche l’Europa.
La mia pluridecennale esperienza come imprenditore locale mi ha svelato un segreto che credo possa rafforzare questo processo di valorizzazione del Made in Italy ed è la collaborazione a livello territoriale.
Sto parlando di un’unione di realtà imprenditoriali di diversi settori capaci, insieme, di aggregare le eccellenze dei nostri territori e condividere risorse e finanziamenti per rinvigorire l’identità italiana in chiave europea.
Perché il Made in Italy nasce nei paesi e nelle province dove il prodotto arriva dal terreno dietro casa. Dove un prodotto non è solamente un valore economico ma culturale, territoriale, identitario. Siamo ciò che mangiamo, diceva qualcuno.
L’Italia è sempre sempre stata questo: un equilibrio perfetto tra tradizioni e innovazioni all’avanguardia, tra artigianato e creatività, tra conservazione e innovazione.
Puntare sul Made in Italy significa insistere sulle filiere corte e la circolarità delle risorse, la promozione di pratiche di riuso che contribuiscono a al raggiungimento degli obiettivi di economia circolare del Green Deal. Significa, insomma, servirsi del passato per prendersi il futuro.
Lo dichiara Marco Colombo, Candidato al Parlamento Europeo