Variante Omicron e Ucraina su tavolo leader Ue

La situazione covid in Europa, punto fisso dei summit dei capi di Stato e di governo europei dall’inizio della pandemia di Covid-19, e le manovre della Russia ai confini con l’Ucraina saranno oggi i temi centrali del Consiglio Europeo che si riunisce a Bruxelles. 

L’ultimo vertice del 2021, preceduto ieri dal summit della Eastern Partnership (Ue con Armenia, Azerbaijan, Georgia, Moldavia e Ucraina, più la Bielorussia che stavolta non partecipa), si svolgerà oggi tutto in un giorno, nel tentativo di comprimere nell’arco di 24 ore un’agenda piuttosto fitta. 

Sarà il primo summit senza Angela Merkel dal 2005 e il primo per il neo cancelliere Olaf Scholz. Esordirà a Bruxelles anche il cancelliere austriaco Karl Nehammer, mentre dovrebbe essere l’ultimo summit per il ceco Andrej Babis. Il primo argomento sul tavolo dei leader, dopo il discorso del presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, previsto per le 10, sarà la situazione per quanto riguarda il Covid-19. Il focus sarà sulla necessità di aumentare i tassi di vaccinazione, specialmente nei Paesi in cui sono più bassi, anche alla luce del previsto diffondersi della variante Omicron del Sars-CoV-2, destinata a divenire prevalente nell’Ue entro metà gennaio, come ha detto Ursula Von der Leyen. 

E’ probabile che si parli anche del coordinamento delle misure di viaggio: una fonte diplomatica Ue si attende che Mario Draghi illustri ai colleghi i motivi che hanno portato l’Italia ad introdurre l’obbligo di test anche per i viaggiatori vaccinati provenienti da altri Paesi Ue. Se la Commissione sottolinea che la misura avrebbe dovuto essere notificata 48 ore prima, in un contesto in cui le decisioni spesso devono essere prese molto rapidamente, in ragione delle informazioni disponibili, la mossa italiana incontra larga comprensione da parte degli altri Stati.  

Una fonte comunitaria sottolinea che “è legittimo che un Paese difenda la propria popolazione” dall’aumento dei contagi, mentre una fonte diplomatica Ue nota che a livello Ue si tenta di coordinarsi il più possibile, ma misure nazionali sono sempre possibili. Del resto anche la vicepresidente della Commissione Vera Jourova ha spiegato martedì che il regolamento che ha istituito il Green Pass, o certificato digitale Covid Ue, prevede delle ‘backdoor’ volute dagli Stati appositamente per affrontare situazioni di emergenza, com’è appunto quella determinata dal diffondersi della variante Omicron. In più, l’Italia non è il primo Paese europeo a introdurre l’obbligo di test per i vaccinati Ue: prima di noi, lo hanno introdotto Irlanda e Portogallo, senza che nessuno protestasse.  

Nel dibattito tra i leader è probabile che si parli anche dell’obbligo vaccinale, anche se le decisioni in materia sono di competenza strettamente nazionale. Ieri von der Leyen ha sottolineato che il “prezzo” che l’Europa paga per le persone non vaccinate sta diventando “sempre più alto”. La presidente ha ribadito che la “priorità” è aumentare la copertura vaccinale, “in tutte le fasce di età, bambini inclusi”, e che la migliore protezione contro la Omicron, in attesa che vengano adattati i vaccini (occorrono circa “100 giorni”), è farsi inoculare la terza dose.  

I leader parleranno poi dei prezzi dell’energia, che restano “molto alti”, osserva una fonte Ue, e che probabilmente non torneranno ai livelli pre Covid, neanche nella primavera prossima quando è atteso un allentamento delle tensioni attuali. Si discuterà del funzionamento del mercato elettrico e della possibilità di stoccare gas congiuntamente, come previsto dalla proposta presentata ieri dalla Commissione Europea. Si tratta di una discussione destinata a tornare regolarmente sul tavolo dei leader nei prossimi vertici, prevede una fonte Ue. Il premier sloveno Janez Jansa illustrerà poi ai colleghi i risultati ottenuti dalla presidenza slovena, prossima a passare il testimone. 

Si passerà poi alla sicurezza e alla difesa, in vista dell’approvazione dello Strategic Compass, la bussola strategica dell’Ue, un documento programmatico preparato da Josep Borrell che dovrebbe essere approvato nel Consiglio di marzo. Su questo, un alto funzionario Ue si attende una discussione “interessante” tra i leader. Si parlerà successivamente della dimensione esterna delle migrazioni, tema molto caro all’Italia, che per la terza volta consecutiva torna nell’agenda dei leader.  

E’ la parte meno divisiva delle politiche migratorie: i Paesi del Sud spingono per rilanciare i partenariati con i Paesi di origine e di transito dei migranti e inviteranno Commissione e Consiglio a monitorare passo dopo passo l’andamento delle cose, tornando sull’argomento in occasione di ogni Consiglio Affari Interni e nei prossimi Euco (come viene chiamato in gergo il Consiglio Europeo, che riunisce i leader, mentre il Consiglio Ue riunisce i ministri, nelle sue molteplici configurazioni). In questo l’Italia non è sola, ma si muove di conserva con Spagna, Grecia, Cipro, Malta e Portogallo.  

Nelle conclusioni, il tema della dimensione esterna delle migrazioni sarà nettamente separato da quello della situazione al confine bielorusso, che attiene più propriamente alla sezione affari esteri, trattandosi di un attacco ibrido condotto usando i migranti. Si prosegue, dunque, anche in vista della presidenza francese che potrebbe portare progressi su un dossier impantanato da tempo, a fare progressi a piccoli passi, nella consapevolezza che il fenomeno migratorio è complesso e che, dunque, non esistono soluzioni facili. Neanche i ricollocamenti obbligatori, da soli, risolverebbero alcunché, perché se introdotti da soli farebbero naturalmente da fattore di attrazione (pull factor). E questo lo sanno bene anche i Paesi mediterranei.  

Una via per fare progressi, ma non sarà nelle conclusioni, potrebbe essere quella di distinguere tra sbarchi ‘naturali’, cioè effettivamente avvenuti sulle coste italiane, e i salvataggi in zona Sar (Search and Rescue, ricerca e soccorso), lontano dalle coste italiane (o maltesi), ai fini della redistribuzione, su base volontaria come prevedeva l’accordo di Malta (adesione volontaria, ma poi quote obbligatorie).  

A pranzo si discuterà di Ucraina e Bielorussia. E’ atteso “un forte messaggio” sul fatto che qualsiasi azione militare russa contro Kiev provocherà una “reazione molto forte” dell’Ue, spiega un alto funzionario Ue. Se alcuni Paesi spingono per sanzioni preventive nei confronti di Mosca, Italia, Germania e Francia sono contrarie, perché sanzionare prima ancora che succeda qualcosa sarebbe un processo alle intenzioni e potrebbe essere controproducente, favorendo un irrigidimento di Mosca. E’ possibile che nella discussione entri anche il tema del raddoppio del gasdotto transbaltico Nordstream.  

Si passerà poi al vertice Ue-Unione Africana, e all’Etiopia, scossa da una sanguinosa guerra civile. Le conclusioni dovrebbero rivolgere un forte invito alle parti in conflitto per un cessate il fuoco, a meno che sul terreno non ci siano sviluppi allo stato imprevedibili, incoraggiando i mediatori internazionali a proseguire i loro sforzi per arginare il conflitto che vede scontrarsi le forze del premier Abiy Ahmed contro le armate tigrine. Infine, la cena sarà dedicata all’Eurosummit, con la presidente della Bce Christine Lagarde. I leader faranno il punto della situazione, con particolare riferimento all’Unione bancaria e allo stato dell’economia, con l’inflazione in aumento ovunque, che preoccupa. Lagarde dovrebbe dare elementi su questo, dopo la conferenza stampa a Francoforte. Anche il Consiglio Europeo informale che la Francia organizzerà in marzo dovrebbe essere dedicato principalmente a temi economici.  

(Adnkronos)