“Il terzo mandato non era inserito nel nostro programma, non è una materia di iniziativa del governo ma di iniziativa parlamentare. Ci sono state visioni diverse tra i partiti della maggioranza ma in massima serenità, ne abbiamo ampiamente discusso e non è una materia che crea problemi al governo”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Cinque Minuti su Rai1.
Ma la Lega intanto non molla. Il presidente del Veneto Zaia tiene a precisare che “la strada è ancora molto lunga”. E a confermare che da via Bellerio non c’è alcuna intenzione di lasciarla vinta agli alleati di governo ci pensa il segretario e vicepremier Matteo Salvini. Che avverte: “se ne parlerà nell’Aula del Parlamento che è sovrana”.
Una frase lanciata poco dopo la spaccatura in Commissione e in cui molti leggono l’ipotesi che la Lega possa ripresentare l’emendamento quando il decreto approderà nell’Aula di Palazzo Madama. Eventualità che secondo alcuni porterebbe allo scontro frontale in maggioranza. “Perché la bocciatura in Commissione è una cosa, ma andare al redde rationem in Aula è ben più pesante”, spiega qualcuno in Transatlantico.
“Ripresenteremo le nostre proposte – spiega Tosato – e cercheremo di convincere i nostri alleati di maggioranza a rivedere le loro posizioni”.