Codice rosso a Monzambano, marito violento arrestato dalla Polizia Locale. I maltrattamenti duravano da 15 anni

Codice rosso a Monzambano, marito violento arrestato dalla Polizia Locale. I maltrattamenti duravano da 15 anni

MONZAMBANO – Da ben quindici anni era vittima delle violenze del marito: minacce, offese, sberle, vessazioni pressochè continue. Ieri mattina, giorno di Pasqua, dopo l’ennesima aggressione, ha avuto il coraggio di denunciare la sua situazione. Lei è una cinquantenne di Monzambano, di origine serba come il marito, un operaio più o meno suo coetaneo.
Ieri mattina è stata aggredita ancora una volta dall’uomo, che l’ha insultata e le ha dato delle sberle in faccia.
Il figlio della coppia di 25 anni è riuscito a calmare il padre, quel tanto che è bastato alla donna per andare in un’altra stanza e chiamare il 112. Erano le 8,40 quando ai carabinieri è arrivata la telefonata. Questi hanno subito passato la segnalazione al Corpo Intercomunale di Polizia Locale Unione Colli Mantovani che si è portato sul posto con una pattuglia in quel momento impegnata nei controlli sugli spostamenti nell’ambito delle misure di contenimento contro la diffusione del Covid.
Di fronte agli agenti l’uomo ha cercato di negare tutto ma le dichiarazioni della donna, unite a quelle del figlio, hanno confermato invece l’aggressione che c’era stata poco prima, l’ultima di una lunga serie nei confronti della cinquantenne costretta da quindici anni a sofferenze psicologiche, minacce, e atti persecutori da parte dell’uomo.
Un caso dunque di “codice rosso”, la legge che tutela dallo scorso anno le vittime di violenza domestica.
Gli agenti, a cui intanto è arrivata in supporto una seconda pattuglia, hanno scoperto che non solo la donna era vittima dei maltrattamenti dell’uomo ma per un lungo periodo lo era stato anche il figlio, quando era bambino prima e poi adolescente.
Gli agenti, avvertito il pm di turno Silvia Bertuzzi, hanno arrestato l’uomo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e atti persecuotori.
E’stato portato in carcere a Mantova in attesa dell’udienza di convalida.
La donna, nonostante il lungo periodo di vessazioni e di violenze, non aveva mai avuto il coraggio di denunciare l’uomo e non era nemmeno mai ricorsa alle cure dei sanitari dopo che lui le metteva le mani addosso.
Probabilmente ora la convivenza forzata tutto il giorno a causa delle leggi per il contenimento del contagio da Covid, ha portato la situazione all’esasperazione e la cinquantenne ha quindi deciso di farla uscire allo scoperto.
Quello della convivenza forzata per molte donne già vittime di violenza domestica sta diventando un dramma. Da settimane le associazioni che si occupano di violenza di genere stanno infatti rimarcando la cosa su più fronti invitando le donne a continuare a denunciare, magari utilizzando l’apposita app che è stata realizzata in modo che le vittime possono segnalare la loro condizione senza farsi sentire dal proprio aguzzino che è a pochi metri di distanza all’interno della mura domestiche.
A maggior ragione molto importante è l’operazione del Corpo Intercomunale di Polizia Locale Unione Colli Mantovani, guidato dal Comandante Emanuele Feudatari, che ha permesso di mettere fine a una lunga situazione di violenza evitando probabilmente che questa degenerasse ulteriormente.

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