Diceva essere “cannabis light”, ma in realtà era droga a tutti gli effetti. Nei guai un 26enne

MANTOVA –  Lo scorso luglio, nel quartiere Lunetta, i militari, nel corso di un posto di controllo, hanno fermato C.M, un ragazzo bolognese di 26 anni con precedenti di polizia che, dopo la perquisizione personale e dell’auto ha consegnato  spontaneamente una busta  contente un chilo di infiorescenze di cannabis essiccate. Con molta tranquillità il giovane si professava imprenditore del settore per la coltivazione di piante di canapa, per la preparazione di fibre tessili, dichiarando che quella fosse “cannabis light” e quindi legale. Ma la versione fornita non è stata sufficiente per i militari che in quella circostanza hanno comunque proceduto al deferimento in stato di libertà e al sequestro della sostanza.

Le successive analisi di laboratorio, svolte tramite l’Agenzia di Tutela della Salute Valpadana di Cremona, su delega dell’Autorità Giudiziaria, hanno infatti riscontrato un delta-9-thc nei limiti superiori a quelli consentiti certificandola pertanto come sostanza “stupefacente” a tutti gli effetti.

I carabinieri hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Mantova, nei confronti del giovane, poiché ritenuto responsabile di detenzione ai fine di spaccio di marijuana.