E-Distribuzione in sciopero: “Straordinari e turni di reperibilità insostenibili, più assunzioni”. Adesione al 99%

MOTTELLA – Dopo oltre un mese di blocco dello straordinario e di assemblee in tutte le sedi operative, oggi, giovedì 19 novembre 2020, i lavoratori di E-Distribuzione scioperano per 4 ore a Mantova, presso la sede operativa di Mottella di San Giorgio dalle 9.00 alle 13.00, con l’allestimento di un presidio che rispetta tutte le norme di sicurezza riguardanti la pandemia. Grande successo di adesione allo sciopero su Mantova (cinque le sedi: Mottella, Guidizzolo, Viadana, Suzzara, Poggio Rusco), con una percentuale del 99% se si escludono i lavoratori precettati per il mantenimento del servizio essenziale.

E-Distribuzione è la società del gruppo Enel con oltre 15 mila dipendenti che svolge l’esercizio della rete elettrica in concessione dallo Stato.
“Stanchi della situazione che da tempo stanno patendo i tanti lavoratori – spiegano i sindacati – e visto il perdurare dell’indifferenza aziendale rispetto alle problematiche presenti, scioperare è la scelta obbligata, non per avanzare richieste economiche, ma per difendere un servizio pubblico essenziale nell’interesse generale del Paese. Il rischio è che scelte aziendali sbagliate, che nulla hanno di industriale, finiscano per favorire soltanto il business a scapito del servizio elettrico del Paese. Nonostante la carenza di personale, i lavoratori e le lavoratrici di E-Distribuzione si sono fatti carico di questo servizio essenziale, nel silenzio e nel disinteresse generale, in primis della politica. Questo non può perdurare. Quantità elevate di ore straordinarie, turni di reperibilità estenuanti e ripetuti (a scapito anche della sicurezza sul lavoro), organici ridotti all’osso e mancanza di programmazione dei carichi di lavoro non sono più sostenibili”.

“Una delle preoccupazioni – riporta Alessandra Viapiana responsabile del settore elettrico per la segreteria della FILCTEM CGIL Mantova – è la scelta di un’organizzazione del lavoro sempre più spinta alle esternalizzazioni delle attività, rinunciando alle professionalità e alla qualità del servizio”.

“Per questo – prosegue la nota sindacale – chiediamo: un sostanzioso numero di assunzioni per dare risposte concrete agli impegni aziendali; il mantenimento in azienda delle attività principali e il blocco dell’utilizzo eccessivo e non concordato degli appalti; un piano di investimenti che riporti l’Italia al centro dell’azione economica dell’Azienda, nata e sostenuta da capitali italiani; la ripresa di confronti con ogni territorio per verificare, con dati veri, la reale situazione della reperibilità e dei carichi di lavoro; che la missione industriale di E-Distribuzione rimanga quella di garantire un servizio essenziale al Paese, anche alla luce della transizione energetica in atto. Servono nuove assunzioni di giovani, anziché portare importanti attività all’esterno, una decisa sferzata nei rapporti sindacali e il giusto riconoscimento all’impegno che tutti i lavoratori e le lavoratrici di quest’azienda svolgono con coraggio e silenziosa abnegazione.

A prova di quanto dichiariamo riportiamo alcuni dati:

  • Dal 2015 al 2019 la differenza tra pensionamenti e assunzioni porta a circa 3.900 posti di lavoro in meno.
  • Investimenti fatti all’Estero 7.525 milioni di € contro i 2.422 milioni di € fatti in Italia.
  • Dal 2018 al 2019 aumentano il numero delle interruzioni, da 1.8 a 1.9, e i minuti di interruzione da 47,2 a 48,5.
  • Picchi di ore straordinarie annue pro capite di 900 ore.
  • Turni di reperibilità che arrivano ad impegnare le persone ogni settimana”.

Sono mesi – prosegue Alessandra Viapiana – che tentiamo di trovare un punto di accordo con i vertici di E-Distribuzione, facendo presente quanto sia importante consolidare la presenza sul territorio della società attraverso un investimento occupazionale straordinario, questa scelta sarebbe strategica  anche per risolvere il problema, che ormai si presenta da anni e per il quale l’azienda non sembra dare una soluzione accettabile, del sotto organico  che impone ai lavoratori a sostenere carichi di lavoro insopportabili. I problemi sono precipitati e la mobilitazione nazionale viene messa in campo ora perché oramai la situazione è cristallizzata: dopo quasi un mese di blocco di straordinari ora è sciopero nazionale per provare a aprire una breccia sulle posizioni aziendali. La misura è colma e siamo pronti a intraprendere nuove forme di mobilitazione qualora non si vada verso un cambio deciso di rotta” .