MANTOVA – Da quasi trent’anni gli allevamenti bovini e suini delle regioni ad alto tasso di sviluppo zootecnico, come la Lombardia, devono fare i conti con i forti vincoli imposti dalla direttiva europea e dalle norme che ne derivano. La nuova messa in mora da parte dell’Ue non promette niente di buono e riapre ferite di fatto mai completamente sanate, nonostante sia francamente complesso paragonare la situazione del 1991, anno di stesura della direttiva sui nitrati, a quella odierna”. Sono le dichiarazioni di Marco Speziali, presidente di Confai Mantova in riferimento alle normative in tema di nitrati promulgate, con un nuovo richiamo, dell’Unione Europea. Secondo la direttiva i paesi membri dell’Ue hanno l’obbligo di monitorare le loro acque e identificare quelle che sono inquinate o potrebbero essere inquinate da nitrati provenienti da fonti agricole.
“Il settore primario, soprattutto nell’ultimo decennio, ha fatto grandi progressi sul piano ambientale – osserva Sandro Cappellini, direttore di Confai Mantova -. Oggigiorno l’agricoltura è un’attività sempre più sostenibile. In particolare, l’apporto della zootecnia alla produzione di azoto nitrico, oggetto della direttiva, è ormai sceso nettamente al di sotto del 10% del totale generato dall’insieme delle attività produttive e degli insediamenti umani”.
Ad ogni modo, a fronte del nuovo richiamo di Bruxelles, Confai invita ad un’assunzione generale di responsabilità affinché la nuova criticità costituisca uno stimolo ad investire ancor più sul binomio agricoltura-ambiente. “La nostra organizzazione – fa notare Speziali – ha da tempo proposto che istituzioni e imprese lavorino fianco a fianco su un grande piano d’azione che favorisca la nascita e il consolidamento di una pluralità di distretti agroenergetici. Di fronte al nuovo Green Deal europeo non è più il momento di combattere una battaglia di retroguardia. Al contrario, si deve puntare a moltiplicare gli investimenti in energia verde. In questa sfida il mondo agromeccanico sarà sicuramente in prima fila, pronto a fare la propria parte”.