Sandra Scrimali rientra dalla pensione per l’emergenza medici e chiede pazienza ai suoi assistiti

Il medico Sandra Scrimali

PEGOGNAGA – Si è subito presentata con grande umiltà e notevole disponibilità la dottoressa Sandra Scrimali agli ex assistiti del medico di base Susanna Malagutti, che il 2 maggio scorso ha cessato il servizio essendo entrata in pensione. I cui pazienti si stavano oltremodo preoccupando al cospetto della situazione che si era venuta a creare sul territorio pegognaghese. Cessando infatti il servizio la dottoressa Malagutti, saliva a tre il numero dei medici mancanti sui quattro titolari attivi mesi addietro. Situazione appianata anche con il contributo della dr.ssa Scrimali. Pure la quale si stava godendo il riposo pensionistico già da un paio d’anni. Ha tuttavia risposto di buon grado a chi l’ha pregata di riprendere ad esercitare la professione. «Sono il nuovo medico – scrive sul proprio sito Facebook – incaricato di sopperire alla mancanza di medici nella vostra zona. Sono in pensione da due anni e sono qui per dare una mano fino a che ci sarà bisogno. Capisco il disagio di tutti, perché l’avviamento si dimostra molto problematico: prima di tutto non ho le vostre cartelle informatizzate». Problema questo che risale addirittura al secolo scorso, quando negli anni Settanta a livello di ministero della saluta circolava la proposta di snellire il servizio di medicina di base con l’informatizzazione degli ambulatori territoriali, creando per ciascun paziente il profilo sanitario da memorizzare nel microcip della tessera sanitaria, cosicché il medico che fosse subentrato non avrebbe perso tempo nel fare l’anamnesi per giungere ad una più precisa diagnosi. Prosegue Sandra Scrimali «Devo ricominciare tutto da capo inserendo i vostri dati nel mio computer. Poi non ho i certificati di esenzione dei ticket, che sono documenti importanti perché sono io che firmo le ricette e certifico di aver verificato il vostro diritto all’esenzione. Solo un centesimo di voi ha i documenti registrati sul SISS, il sistema informatico regionale, e questo crea un ulteriore disservizio. Infine non so niente di ciascuno di voi, ed ho bisogno di capire i vostri problemi e le vostre esigenze». Tutto ciò la costringe ad un pluslavoro «Per affrontare queste difficoltà per questo mese sarò presente per più di 10 ore al giorno nello studio, ma capite bene che a 72 anni non posso reggere questo ritmo e dovremo trovare una soluzione. Mi potete contattare per mail e provare a telefonare, anche se per un’ora al giorno sono al volante per andare e tornare e per 10 ore c’è gente che ho il dovere di ascoltare, per cui faccio quello che posso. Pertanto chiedo a tutti gli assistiti della mia lista di portare pazienza, di venire su appuntamento e con tutti i documenti richiesti. Insieme ce la possiamo fare!»

Riccardo Lonardi