Ultimo giorno di Assmann come direttore del Ducale. L’interim affidato a Emanuela Daffra

Ultimo giorno di Assmann come direttore del Ducale. L'interim affidato a Emanuela Daffra

MANTOVA Ultimo giorno come direttore del Polo Museale di Palazzo Ducale per Peter Assmann che domani lascerà Mantova per andare a dirigere, dal 1’ novembre, i musei regionali del Tirolo, istituzione che comprende cinque sedi museali, tra cui il prestigioso Ferdinandeum e la “Hofkirche”, la celebre “cappella di corte”, dove è custodito l’imponente cenotafio dell’imperatore Massimiliano I.
A prendere il posto di Assmann ad interim, prima che sia di nuovo riaperta la selezione da parte del Ministero dei Beni Culturali per affidare la direzione della reggia gonzaghesca, sarà Emanuela Daffra, dal 15 febbraio scorso direttrice del Polo Museale regionale della Lombardia. Ruolo prima di lei ricoperto dal mantovano Stefano L’Occaso.

Emanuela Daffra, storica dell’arte, ha maturato una significativa esperienza sia all’interno del Ministero per i beni e le attività culturali che al di fuori di esso.
Funzionario presso la Soprintendenza per i beni artistici e storici della Lombardia occidentale dal 1990, nel 2009 viene nominata vice direttore della Pinacoteca di Brera di Milano, incarico che mantiene fino al 2015, quando viene chiamata a dirigere l’Accademia Carrara di Bergamo nell’anno dell’avvio della Fondazione.

Prima di accettare l’incarico al Polo dirigeva tre settori di restauro (tessili, scultura lignea e arazzi) presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Tutela attiva, educazione e divulgazione, attenzione al restauro finalizzata all’ampliamento della fruizione sono da sempre i suoi interessi.
Emanuela Daffra a Mantova si occuperà in ogni caso più che altro di assicurare la funzionalità e la gestione degli uffici del Ducale.
Peter Assmann era arrivato nel capoluogo virgiliano come Direttore del Ducale il 2 novembre 2015. La sua nomina fu conseguenza della riforma Franceschini che aveva reso indipendenti venti grandi musei italiani tra cui quello di Mantova. Fu uno dei sette direttori stranieri sui venti che vennero nominati.
Tanti in questi quattro anni i meriti che sono stato riconosciuti a Peter Assmann, ad iniziare dall’essere riuscito ad aprire Palazzo Ducale alla città di Mantova con iniziative, mostre, convegni, incontri letterari, musicali fino ai molteplici eventi per bambini. Tante situazioni impensabili fino al suo arrivo. Una scelta la sua che ha di fatto restituito alla città il Palazzo, prima visto invece da molti dei Soprintendenti che si erano succeduti come appannaggio loro e di pochi altri, un bellissimo monumento da conservare ma lontano dall’interagire con la comunità mantovana, quasi un’isola, la più grande isola della città da questa però rigidamente separata.
In questi quattro anni non sono nemmeno mancate le critiche nei confronti di Assmann, soprattutto tra chi ha fatto fatica a capire alcune sue scelte sull’arte contemporanea all’interno di Palazzo Ducale, in particolare su alcune mostre qui realizzate.
E in quattro anni sono sempre state tante le difficoltà del direttore venuto da oltre confine soprattutto per colpa della burocrazia da lui “tanto odiata quanto non capita” e così lontana dal modello austriaco di gestione della “cosa pubblica”.
Poi le tante vicissitudini, il ricorso al Tar contro la sua nomina e l’approdo poi della vicenda al Consiglio di Stato, il cambio di governo, il silenzio del ministro Bonisoli sul suo futuro, la mancanza di risorse, fino alla decisione di lasciare Mantova per tentare un’altra avventura.
L’ultimo suo regalo alla città la grande mostra su Giulio Romano a cui aveva iniziato a pensare fin dopo pochi mesi dal suo arrivo.
A Mantova Assmann manterrà la cattedra di storia dell’arte come docente a contratto del Polo territoriale del Politecnico di Milano. Senz’altro uno dei motivi quest’ultimo per cui, chi lo è andato a salutare in questi giorni, si è sentito dire “arrivederci” ma c’è chi giura che quel saluto non è dovuto solo all’impegno con il Politecnico ma a qualche altra prossima avventura tutta italiana …..
Comunque sia buona fortuna direttore e grazie per averci restituito quel palazzo autentico gioiello della nostra Mantova, un pezzo importante della nostra storia e della nostra identità, dove prima potevano al massimo auspicare a fare ….  i turisti.

 

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