ROMA (ITALPRESS) – A settembre 2019 l’Istat stima, per le vendite al dettaglio, un aumento su base mensile dello 0,7% in valore e dello 0,8% in volume. Sono in crescita sia le vendite dei beni alimentari (+0,5% in valore e +0,8% in volume) sia quelle dei beni non alimentari (+0,8% in valore e in volume).
Su base annua, a settembre le vendite al dettaglio registrano un aumento dello 0,9% in valore e dello 0,7% in volume.
Per l’Ufficio Studi di Confcommercio “è migliore delle attese l’andamento complessivo delle vendite al dettaglio. Gli aspetti sfavorevoli che ne mitigano la portata positiva riguardano la composizione della crescita, concentrata nei discount e nel commercio elettronico. Questo non è certamente sintomo di una ripresa dei consumi delle famiglie, quanto piuttosto di un orientamento esclusivo alla convenienza di prezzo e a cogliere le occasioni che marketing e scontistica offrono sempre più di frequente. La propensione al consumo non è crescente e l’eventualità di una stagnazione dei livelli occupazionali rendono per nulla sereno l’orizzonte della spesa delle famiglie negli ultimi mesi dell’anno”.
“I segnali che arrivano dall’economia non inducono, purtroppo, all’ottimismo: i consumi restano deboli, trainati dall’online, mentre non accenna a frenare la crisi dei negozi, che da inizio anno hanno perso circa 300 milioni di vendite”, commenta Confesercenti.
“La leggera ripresa mensile registrata a settembre dal commercio nel suo complesso rimane infatti sotto il punto percentuale, e a trainare è essenzialmente il commercio elettronico”, prosegue l’associazione di categoria.
(ITALPRESS).
Su base annua, a settembre le vendite al dettaglio registrano un aumento dello 0,9% in valore e dello 0,7% in volume.
Per l’Ufficio Studi di Confcommercio “è migliore delle attese l’andamento complessivo delle vendite al dettaglio. Gli aspetti sfavorevoli che ne mitigano la portata positiva riguardano la composizione della crescita, concentrata nei discount e nel commercio elettronico. Questo non è certamente sintomo di una ripresa dei consumi delle famiglie, quanto piuttosto di un orientamento esclusivo alla convenienza di prezzo e a cogliere le occasioni che marketing e scontistica offrono sempre più di frequente. La propensione al consumo non è crescente e l’eventualità di una stagnazione dei livelli occupazionali rendono per nulla sereno l’orizzonte della spesa delle famiglie negli ultimi mesi dell’anno”.
“I segnali che arrivano dall’economia non inducono, purtroppo, all’ottimismo: i consumi restano deboli, trainati dall’online, mentre non accenna a frenare la crisi dei negozi, che da inizio anno hanno perso circa 300 milioni di vendite”, commenta Confesercenti.
“La leggera ripresa mensile registrata a settembre dal commercio nel suo complesso rimane infatti sotto il punto percentuale, e a trainare è essenzialmente il commercio elettronico”, prosegue l’associazione di categoria.
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