Fratelli d’Italia, il perché del no a Draghi

Beduschi si dimette da Coordinatore di FdI.

In questo surreale periodo della storia del Paese il destino ha beffardamente determinato una bizzarra congiuntura : la peggior legislatura della storia repubblicana a governare il momento piu’ difficile
A dirimere e certificarne il fallimento è stato chiamato Mario Draghi personaggio indiscutibile per competenza e serietà. Il Presidente  Mattarella invece di porre fine a una legislatura che ha eletto una maggioranza parlamentare  incapace di governare per mancanza di fondamentali.., ha deciso che l’ex Governatore Bce potesse far sintesi con il suo carisma , sommando algebricamente i due precedenti fallimentari esperimenti di governo Conte  dando vita al cosiddetto “Governo dei Migliori”.
In queste condizioni Fratelli d’Italia attraverso la sua leader Giorgia Meloni ha deciso di intraprendere la via della coerenza , con la consapevolezza che non si può venire a compromessi con i propri valori incompatibili con la politica di 5S e Pd.
A molti è sembrata una scelta inopportuna per la situazione di emergenza del Paese, in realtà l’opposizione patriottica ,come la definisce Giorgia, non è un opposizione ottusa ma è libertà di votare provvedimenti utili agli italiani, senza pregiudizi ma con la possibilità di evidenziare le cose che non vanno. Reddito di  cittadinanza, riforma Bonafede, patrimoniali.., sono cavalli di battaglia identitari dei partiti che compongono questa eterogenea improbabile maggioranza e dovranno essere “digeriti” dal governo Draghi , compromessi che non sono sostenibili per chi privilegia la coerenza all’opportunismo (prova recente è il voto contrario del Pd all’emendamento FDi per sospendere al 2023 la Riforma del processo penale.
Il Pd aveva fatto barricate fino a far cadere il Conte Bis per chiedere la stessa cosa , ora con poco decoro in virtu’ della serenità dei rapporti all’interno della maggioranza decide di abortire le proprie idee). In questo quadro anomalo la “liberta'” che si è presa FdI consente di evitare un caso piu’ unico che raro, un governo senza opposizione, cosa che avrebbe reso l’Italia piu’ simile alla Corea del Nord che a una democrazia occidentale.

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