Aspef in festa per i 70 anni di sacerdozio di monsignor Sergio Denti

Aspef in festa per i 70 anni di sacerdozio di monsignor Sergio Denti
Mons. Sergio Denti con la torta per i suoi 70 anni di sacerdozio

MANTOVA – Quello di ieri è stato un giorno molto atteso per monsignor Sergio Denti, segretario emerito dell’ufficio amministrativo della Curia vescovile di Mantova, così come per tutta l’Aspef dove il sacerdote risiede alla Rsa Luigi Bianchi.
Ieri monsignor Denti ha festeggiato infatti i 70 anni di sacerdozio attorniato, disposizioni anti-Covid permettendo, dalle persone che gli vogliono bene, ad iniziare dallo staff di Aspef capitanato dal direttore Eugenia Ascari.
Un cammino insieme lungo 50 anni quello tra Denti e le Rsa di Piazzale Michelangelo: era infatti il 1971 quando monsignore diventava Cappellano della Casa di Riposo Isabella d’Este.
Per ricordare il 70° di sacerdozio, ieri pomeriggio, nel giorno dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, sulla grande terrazza delle Case di Riposo, monsignor Denti ha celebrato la Santa Messa giubilare.
95 anni compiuti lo scorso 25 aprile,, con una memoria eccezionale almeno pari alla sua cultura, e una voglia di fare che caratterizza ogni momento della sua giornata, monsignore si pende cura dell’attività spirituale nelle due Rsa di Aspef.
Sergio Denti nasce ad Asola il 25 aprile 1926. Frequenta il Seminario quando improvvisamente la sua vita da studente si complica a causa della guerra. Addirittura nel giugno del ’44, con l’Italia del nord occupata dai tedeschi, la Repubblica Sociale chiama alle armi il primo semestre 1926 e Sergio che dice no all’arruolamento (solo in cinque seminaristi si sono arruolati) è costretto per mesi a vivere nascosto presso alcune famiglie che si prendono il rischio di ospitarlo.

Poi arriva la Liberazione, proprio nel giorno del suo 19esimo compleanno, e tutto cambia.
Il 29 giugno 1951 viene ordinato sacerdote dal vescovo Menna. Poi gli anni in parrocchia a Revere che segneranno per sempre la sua vita. Erano i primi anni ’50, l’Italia devastata dalla guerra provava a risalire la china: si ricostruivano i paesi bombardati e fu così che don Sergio, stando vicino ai muratori, apprese il mestiere.
Più volte lui stesso, divertito, racconta “ho imparato a fare la calce”. Un particolare che qualche anno più tardi segnerà il suo destino.
Nel 1955 il cardinale originario di San Benedetto Po Ernesto Ruffini, arcivescovo di Palermo, chiese all’allora giovane vescovo di Mantova Antonio Poma di potergli mandare un sacerdote a Palermo. “Servirebbe qualcuno che si intendesse di edilizia” disse in particolare Ruffini visto che anche Palermo era nel pieno della ricostruzione. Detto, fatto. Poma rispose: “Ho proprio la persona giusta… sa eminenza ho un prete che sa anche fare la calce”.
Fu così che Denti si ritrovò neanche trentenne catapultato nella realtà difficilissima della Sicilia degli anni ’50 e lì rimase tredici anni, come braccio destro di Ruffini, assumendo importanti incarichi nel campo edilizio religioso, nella costruzione di chiese e opere assistenziali e sociali.
Li visse anche gli anni entusiasmanti del Concilio Vaticano II, con molte trasferte a Roma, al seguito di Ruffini, fino quando nel ’68, dopo la morte del cardinale, rientrò a Mantova.

Ma anche qui si era ancora negli anni dell’espansione edilizia e il vescovo Carlo Ferrari pensò bene di approfittare dell’esperienza maturata da Denti e lo incaricò all’edilizia di culto, quindi a seguire la costruzione delle nuove chiese della diocesi. Lo nominò anche segretario dell’Ufficio amministrativo e del Consiglio diocesano per gli affari economici.
Divenne poi canonico del Capitolo Cattedrale, cappellano di Sua Santità, direttore diocesano dell’Associazione apostolato della preghiera e consigliere della Società di mutuo soccorso tra il clero mantovano, aiuto cappellano dell’ospedale Carlo Poma.
Una vita sempre in prima linea dunque quella di monsignor Denti, amatissimo dai mantovani che conoscono e lo apprezzano anche per la sua grande generosità, soprattutto verso le persone in difficoltà, ma anche per la sua grande capacità di sapere ascoltare e dare il consiglio giusto al momento giusto.
Un affetto che si è fatto sentire anche in occasione del suo 70° di sacerdozio con tante persone che gli hanno scritto o telefonato, ad iniziare dal vescovo Marco Busca. E lui, monsignor Denti ha voluto ringraziare e mandare un saluto a tutti i mantovani citando il Salmo 91 che dice:” il giusto fiorirà come palma, crescerà come cedro del Libano; piantati nella Casa del Signore, fioriranno negli atri del nostro Dio; nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno vegeti e rigogliosi, per annunziare quanto è buono il Signore: mia roccia, in lui c’è solo bontà”.