MANTOVA – Non opporsi agli inevitabili cambiamenti portati dal progresso e da consapevolezze di stampo ecologista, ma regolamentarli mettendo d’accordo i vari attori nell’ottica di salvaguardare il contesto nel quale viviamo: il paesaggio. E’ il senso del “Corso sul Paesaggio” che è partito ieri all’interno della sede del Politecnico di via Scarsellini, laddove la parola più corretta sarebbe forse “percorso”, trattandosi di un itinerario in nove tappe che vedrà sedersi al tavolo dei relatori fondamentali per quel che riguarda il territorio, oggetto al contempo di conservazione e di trasformazione, quali Regione Lombardia e la Commissione Paesaggio.
BARUCCA: “COLLABORARE PER UNA MAGGIORE TUTELA DEL TERRITORIO”
Ieri l’ospite d’eccezione del primo appuntamento organizzato a più mani da Politecnico, Ordine degli Architetti, Ordine degli Ingegneri e Parco del Mincio è stato il Soprintendente Belle Arti e Paesaggio per Mantova, Cremona e Lodi Gabriele Barucca. Dopo i saluti istituzionali, all’interno dei quali si è soffermato sull’importanza della stretta collaborazione tra Università e Soprintendenza per condurre i piani di studio verso la consapevolezza di una maggiore tutela del paesaggio, e poi con gli ordini professionali nell’ottica di garantire una formazione continua a professionisti quali architetti, ingegneri e geometri, Barucca si è concentrato sul tema del paesaggio e della sua salvaguardia.
LE FONTI ALTERNATIVE E I CAMBIAMENTI CHE APPORTANO
“Assistiamo – afferma Barucca – a cambiamenti repentini e a volte improvvisati legati al discorso della transizione energetica e delle fonti rinnovabili, cambiamenti che vanno effettuati non andando troppo a scapito del paesaggio”. Per il Soprintendente, oggi si può parlare di assedio al paesaggio, addirittura di attentato al paesaggio: “stiamo verificando che c’è una sfrenata ricerca di trovare modalità per reperire fonti di energia alternative: fotovoltaico, agrifotovoltaico, pale eoliche: questi insediamenti hanno determinato dei cambiamenti. Non è un giudizio negativo, è un dato di fatto. Registriamo il fatto che la popolazione si ribella quando arrivano enormi campi di fotovoltaico, impianti di accumulo di energia che mutano l’immagine del paesaggio”. Queste cose, sottolinea Gabriele Barucca, “vanno dette, altrimenti tutto questo passa sotto silenzio. Tradizionalmente i custodi del paesaggio sono gli agricoltori, ma oggi anche l’agricoltura ha cambiato pelle: si pensi all’agricoltura estensiva, alle grandi serre. Non dò giudizi, fotografo una realtà che sta cambiando troppo velocemente e talvolta senza programmazione. L’aggressione del mercato energetico è tale per cui faremo le regole quando saranno superate dai fatti”.
FOTOVOLTAICO IN CENTRO STORICO? “NO, GRAZIE”
Di questi temi si parla, da tempo, anche in relazione all’opportunità di utilizzare i pannelli fotovoltaici nel centro storico di Mantova, patrimonio Unesco. Un’opportunità che non è tale secondo il Soprintendente: “si stanno facendo passi da giganti anche sotto il profilo estetico, e ribadisco che la mia non è un’opposizione a priori, – sottolinea Barucca – ma in centro storico anche solo la presenza di un comignolo vanifica il risultato. Non abbiamo mai detto che vogliamo congelare le trasformazioni, ma governarle. Il paesaggio ha un aspetto fondamentale che è quello ambientale e naturale, ma è anche frutto dell’opera dell’uomo che muta nel tempo. E’ utopistico andare contro le innovazioni, ma bisogna saperle governare e tenere presente il filo che lega passato, presente e futuro. Sono le stesse comunità a ribellarsi a certe forme di trasformazione, c’è una grande presa di coscienza non soli in città ma anche nei piccoli centri”. Del resto, anche le prospettive sono cambiate: “adesso – conclude Barucca – privilegiamo le viste dall’alto, le immagini dei droni, le salite sulle cupole, quindi dobbiamo tenere conto di quella visione che prima era residuale e ora è presente nell’immaginario collettivo. Dobbiamo trovare forme per utilizzare questo tipo di impianti nelle zone industriali compromesse, che è anche un modo di riqualificarle”.
GUERNIERI: “DARE UN NUOVO SENSO ALLE AREE DISMESSE”
Questo concetto è ripreso dal presidente dell’Ordine degli Architetti di Mantova, Cristiano Guernieri, che dice: “il recupero degli spazi industriali dismessi, e sono tanti nel Mantovano, aiuta a non consumare territorio e a dare l’opportunità di trovare un nuovo senso”. Il percorso, spiega Guernieri, “permette di fornire un confronto a ogni livello sul paesaggio mantovano, con contributi da parte di tutti: sia a livello istituzionale, sia del Parco del Mincio, sia del Politecnico: un confronto aperto e dialettico sul paesaggio in senso artistico, energetico e di infrastrutture per dare risposte sinergiche, perché siamo responsabili del nostro territorio”. Sul tavolo, come già si è visto nel corso del primo appuntamento, temi quali i pannelli fotovoltaici, i campi agricoli, l’uso delle tecnologie e l’impatto sulla città e sui paesi. “L’obiettivo – conclude Guernieri – è uno scambio di vedute da punti diversi per arrivare a proposte comuni. La consapevolezza aiuta tutti. Come diceva un motto della scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani: “ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia””.