Torchio, una vita per la politica: “Oggi servono gli ideali se no i partiti non hanno senso di esistere”

BOZZOLO – Sono 70 le candeline spente oggi dal sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio. Una vita la sua per la politica e la pubblica amministrazione.
Entrò nella Dc da ragazzo, “negli anni del Liceo frequentavo il Collegio Vescovile Don Bosco a Casalmaggiore che era esattamente di fronte alla sede della Democrazia Cristiana” ci racconta scherzosamente Torchio che, prima di Bozzolo, è stato sindaco di Spineda, presidente dell’Anci Lombardia, consigliere e assessore provinciale e poi presidente della Provincia di Cremona, parlamentare, presidente della Quinta Commissione del Comitato delle Regioni a Bruxelles, consigliere d’amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti, e presidente del Gal Oglio-Po. Ma questi sono solo alcuni dei tanti incarichi ricoperti da Torchio nella sua lunga carriera che oggi ripercorre raccontandoci, non senza una vena di nostalgia, l‘entusiasmo per una politica che poggiava su ideali ben precisi e che formava la sua classe dirigente selezionandola attentamente.

“Nel primo mandato da deputato – ci dice – non avevo quasi il permesso di intervenire in aula, perché prima bisognava fare esperienza nei gruppi, non come accade oggi che si sentono interventi alla Camera di persone totalmente sprovvedute. Rimpiango molto questo elemento formativo come rimpiango il rispetto che c’era, a tutti i livelli, nei partiti: l’avversario era tale finché si discuteva di politica ma finito quello, si era colleghi, spesso amici, comunque persone che si rispettavano molto e che sapevano dialogare sui temi importanti”.
A proposito dei tempi passati, lei ha iniziato a fare politica da ragazzo, praticamente nel ’68. Cosa ha significato quel periodo?
Ha rappresentato un contributo forte in termini di partecipazione, condivisione, nel farci porre degli obiettivi importanti come è stato per il voto a 18 anni, la legge sull’obiezione di coscienza con la legge Marcora che segnò un cambiamento storico. E poi il movimento della pace e della non violenza, e grandi ideali. Oggi è tutto molto sfocato e lontano nel tempo.
Tra i tanti ruolo amministrativi qual’ é quello che le ha dato più soddisfazioni? 
Senz’altro quello da sindaco, quando si amministra un Comune non ci si può limitare a parlare dei massimi sistemi ma bisogna essere concreti, operativi, nel quotidiano. I sindaci sono sempre in trincea e poi c’è il contatto importantissimo con la gente che serve da sprone, come è accaduto anche durante questo difficilissimo periodo di emergenza sanitaria.

Veniamo alla politica dei nostri giorni, di cosa ha bisogno oggi il centro sinistra e in particolare il Pd? Letta riuscirà a governare e a rifondare in qualche modo il partito?
Oggi c’è bisogno di ideali, bisogna avere un’attenzione forte ai temi ideali, se no un partito non ha ragione di esistere, deve riuscire a creare emozioni se vuole tornare in mezzo alla gente. Letta ha sempre rappresentato una figura virtuosa, capace di interpretare la politica con passione. Quando era stato Ministro dell’Industria tanti giovani all’epoca erano dalla sua parte. In questi anni, nella sua esperienza a Parigi, è stato molto a contatto con i giovani e speriamo che questo lo aiuti a impostare una politica che guardi ai giovani, oltre a una politica che sappia tornare a parlare alla gente e che sia basata sulla partecipazione”.